
Di Vito Foschi
Tra le tecnologie più recenti per ridurre l’impatto umano sull’ambiente figura la cattura della CO₂ e il suo successivo stoccaggio nel sottosuolo o il riutilizzo in processi industriali.

In alcuni processi industriali, infatti, è impossibile ridurre la produzione di anidride carbonica, come avviene, per esempio, nella produzione dell’acciaio, dove la tecnologia dell’altoforno non può essere sostituita poiché l’acciaio prodotto in questo modo è di qualità superiore rispetto a quello ottenuto con forni elettrici, che comunque consumano una grande quantità di elettricità. Altri settori critici sono quelli del cemento, della carta e della chimica.
In questi casi possono rivelarsi utili le tecnologie che permettono di catturare l’anidride carbonica dai fumi per riutilizzarla in processi industriali, come nella produzione del cemento, o per stoccarla nel sottosuolo, in particolare nei giacimenti esausti di gas.
Sebbene questa tecnologia si stia affermando negli ultimi anni, le sue origini risalgono agli anni Settanta, quando vennero condotti i primi esperimenti in Texas. Il processo di riutilizzo dell’anidride carbonica è definito CCU (Carbon Capture and Utilization), mentre lo stoccaggio è noto come CCS (Carbon Capture and Storage).
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L’Italia è all’avanguardia nella tecnologia di stoccaggio, grazie alla pregressa esperienza nell’immagazzinamento del gas nei pozzi esausti. Per far fronte ai picchi di consumo nei mesi invernali, legati alle esigenze di riscaldamento, ogni estate vengono stoccati miliardi di metri cubi di gas nei giacimenti esausti, che verranno utilizzati nell’inverno successivo.

L’Italia da sola possiede circa un sesto della capacità di stoccaggio dell’Unione Europea. La mancanza di risorse naturali ha stimolato una maggiore inventiva. Da questa esperienza è nata una collaborazione tra Eni e Snam per lo stoccaggio dell’anidride carbonica, che colloca l’Italia tra i leader in questo settore.
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Alcuni aspetti del confinamento della CO₂ nel sottosuolo sono particolarmente interessanti. Il gas viene iniettato in profondità, sotto uno spesso strato di roccia impermeabile, in modo che, essendo più leggero dell’acqua, non possa risalire e rimanga intrappolato. Negli strati di roccia permeabile, la CO₂ riempie i pori della roccia, restando bloccata per effetto della tensione capillare. Se entra in contatto con l’acqua, in parte si scioglie, mentre a contatto con alcuni minerali dà luogo alla formazione di carbonati, trasformandosi in composti solidi.
È importante sottolineare che queste tecnologie comportano costi significativi, spesso a carico della collettività. In un mercato globale in cui le economie emergenti non sempre considerano gli impatti ambientali, è necessario bilanciare costi e benefici per evitare conseguenze economiche negative.
Meta Description:Scopri come funziona la cattura e stoccaggio della CO₂ (CCS e CCU), i progetti in Italia e in Europa e il ruolo di questa tecnologia nel contrasto al cambiamento climatico






