
Di Anna Scapin
Nel mondo iperconnesso del turismo e della ristorazione, la reputazione online è diventata un vero patrimonio. Ma insieme al valore, cresce un fenomeno preoccupante: le recensioni sotto ricatto. Clienti insoddisfatti o, peggio, malintenzionati, minacciano di lasciare recensioni negative per ottenere sconti, vantaggi o trattamenti speciali, trasformando piattaforme come TripAdvisor, Google o Booking in strumenti di pressione indebita.

Quando la recensione diventa un’arma
Basta una richiesta non accolta, un disguido o un semplice rifiuto di uno sconto, e parte la minaccia:
“Se non fai come dico, scriverò una recensione negativa”.
Queste pratiche non danneggiano solo gli imprenditori onesti, ma anche i consumatori trasparenti: il mercato si deforma, e il diritto di parola diventa uno strumento di ricatto.
In altri paesi europei, come Francia e Germania, alcune piattaforme hanno già implementato sistemi di verifica delle recensioni, controllando l’identità dell’autore o confermando il soggiorno. In Italia, invece, il dibattito è fermo: non esiste un registro ufficiale delle segnalazioni né criteri certi per rimuovere recensioni offensive o estorsive.
Domande chiave:

Come professionisti del settore turistico e commerciale, chiediamo:
Se anche tu, come struttura ricettiva, ristorante, agenzia di viaggi o operatore turistico, ti sei sentito vittima di queste dinamiche distorte, ti invitiamo a contattarci.
Stiamo raccogliendo casi reali per portare il problema all’attenzione del legislatore, con l’obiettivo di ottenere una tutela normativa seria, concreta e condivisa.
“La recensione online è un diritto, ma non può trasformarsi in una minaccia.”
Facciamoci sentire. Insieme.






